Ali'

ALI' - DVD

è un bel film... a tratti molto emozionante.. a tratti un po' pesantino... ma bello! will smith non è male...

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Un inizio pesante, che nella seconda parte lascia il posto ad un crescendo avvicente di situazioni. Forse il film un po' troppo lungo, ma la sua forza è la fotografia: sembra di assistere ad una mostra, per quante bellissime e suggestive immagini ci propone questa pellicola. Non imperdibile, ma da vedere.

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La storia del mitico Ali è perfettamente supportata da un grande Will Smith. FIlm bello ma a tratti pesante. Gli extra inesistenti ne scosigliano l'acquisto a cifre superiori a 10 euro

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Il film ha un inizio un pò insicuro e noioso, forse per una mancanza di rapporto reale tra bianchi e neri. Si anima quando prende corpo il conflitto tra mussulmani e cristiani occidentali da una parte e mussulmani e atei americani dall'altra. La relazione di Cassius Clay con il bianco intervistatore che finirà  per diventare suo amico per interesse, offre l'estro per articolare una passione di odio-amore ricca di metafore significative del mito islamico del riscatto nero. Mito che si volge inesorabilmente e lentamente in tratti di paranoia sportiva. La paranoia di Cassius Clay, spettacolarizzata dai media sapientemente, suscita forti identificazioni di massa. Nasce un vero e proprio movimento sociale contro il nemico bianco supposto negatore di diritti ai neri, bianco considerato perennemente razzista e violento. L'accusa razzista lanciata da Cassius Clay è fuori tempo e luogo. Alì infatti vedrà  trionfare il suo ricorso alla pena carceraria inflittagli per rifiuto di eseguire il servizio di leva, evitando cinque anni di carcere, cosa che testimonia di un America che cambia in meglio allontanandosi da ogni forma di intolleranza razziale. Un America degli anni '60 e '70 che pur costituita da molte etnie a volte ancora in conflitto tra loro va decisa verso forme di democrazia superiore in virtù di una politica che riesce ad essere sempre più laica e sempre meno teocratica. Il deliro di Alì è nostalgico guarda sempre al passato dell'occidente che ha offeso lui e la sua razza con i domini schiavisti. E' un delirio poetico, coinvolgente e appassionato che si cala però in un mondo, quello della box, cinico e arrogante dove paradossalmente neri e bianchi vanno d'accordo all'insegna dei buoni affari. Una realtà  malata di inaudita violenza per la violenza, animata da clan di persone ciniche pronte a sfruttare ogni situazione favorevole. Il film trasmette bene nella seconda parte l'idea di un mondo islamico fermo al suo passato perdente e offeso, un movimento nero che scalcita e rimugina vendetta verso il bianco. E' una parte importante del sociale americano che rimane schiava di un immaginario composto da ricordi indimenticabili. Qualcosa che continua ad ottundere ogni spiraglio di ragione pur in un un presente aperto e ricco di conquiste importanti nel campo dei diritti civili antirazzisti. Il riscatto politico di Alì con i meriti sportivi viene assorbito e annullato dal suo dio islamico che ceco di ciò che politicamente di buono è avvenuto nella società  americana dagli anni '70 ad oggi incita come un disco incantato vendetta e morte ad ogni angolo di strada. Un film senz'altro da non perdere perchè fa riflettere sulle differenze culturali di un America straordinaria nella sua tolleranza civile. Il film è anche divertente distribuendo con oculatezza visiva e suspense le varie rivincite di box che portano Alì a riconquistare il titolo mondiale. Sufficenti come spettacolo visivo gli incontri di box, credibili grazie anche alle tecniche di ripresa veramente riuscite.

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Valido anche dal punto di vista atletico, abbastanza realistico e fedele al vero Alì