Transamerica

TRANSAMERICA - DVD

Stanley Osbourne, per tutti gli amici Bree, è un transessuale che, per riuscire a pagarsi l'ultimo intervento di chirurgia che lo renderà definitivamente donna, occupa la sua giornata facendo due lavori, come cameriera in un ristorante e telemarketing domiciliare. Ad una settimana dall'intervento, Bree riceve una telefonata, che inizialmente non sembra colpirla più di tanto. Un ragazzino, Toby, la chiama da New York cercando il proprio padre. E' in prigione, la madre è morta suicida, e non sa come uscirne. Bree ne parla allora con il suo psicoterapeuta, pensando alla faccenda nient'altro che "come una storia di lesbiche al liceo". Pensa di mandare dei soldi per la cauzione al figlio, cercando così di aggirare il problema. Ma la psicoterapeuta non è dello stesso avviso... Quel figlio è effetto proprio della stessa fisicità che Bree tenta di modificare, e finché la questione resterà irrisolta, non potrò acconsentire all'operazione. E' da qui che Bree si metterà in moto... Un escamotage brillante per far capire che inizialmente tutto da Bree viene preso con superficialità, tutto fuorché l'intervento. L'intervento è la parte focale della vita presente di Bree, e tutto ciò che la circonda (lavoro, amicizie, vita sociale) è un contorno astratto e emendabile. E' proprio per questo che Bree parte alla volta di New York: non per un senso di colpa, non per senso del dovere o di pietà, ma semplicemente per ottenere il consenso all'operazione. Una volta arrivata alla prigione di Stato, Bree pagherà la cauzione e incontrerà Toby, il proprio figlio, un ragazzo disadattato che per mantenersi nella Grande Mela fa parte di un giro di prostituzione. Si presenta come missionaria di una chiesa episcopale, che aiuta i ragazzi problematici a reinserirsi nella società, e si offrirà di accompagnare Toby dal patrigno. Una volta acquistata un'automobile, inizia così il viaggio On the Road di Bree e Toby da New York con destinazione Los Angeles, dove Toby vuole incontrare il suo padre naturale e sfondare nel mondo del cinema. Incontreranno vari personaggi durante il loro tragitto. Primo fra tutti il patrigno di Toby, un uomo violento che approfittava del figliastro. In secondo luogo la famiglia di Bree. Un padre dolce sottomesso alla moglie, una madre egocentrica e poco aperta, che non vuole accettare la l'animo di suo figlio, lo vuole chiamare ancora Stan, e farà di tutto per ottenere Toby in affidamento, una volta saputo che è il nipote, e una sorella ex alcolista. Durante il tragitto incontreranno anche un cow-boy indiano, che si offrirà di ospitare e di accompagnare i due per un certo tratto di strada dopo che un autostoppista ha rubato loro l'automobile, e che sembra quasi si innamori di Bree, perchè tanto "tutte le donne hanno un segreto, ed è giusto che questo venga rispettato". Questo è il viaggio che i due compiranno, Toby all'insaputa di essere con il proprio padre, con allo sfondo luoghi meravigliosi a fare da cornice, episodi che fanno sorridere (quando i due vengono ospitati da un'amica di un'amica di Bree, un gruppo di transessuali operate e non, in compagnia di una donna reale che, a detta di Bree "quella poi, non inganna nessuno"), episodi più drammatici (il concedersi di Toby ad un camionista nel retro del suo camion per potersi pagare il motel, o la bambina nel fast-food che chiede a Bree: "ma tu sei un uomo o una donna?"), altri commoventi (quando Toby scopre che la persona che lo sta accompagnando è in realtà un uomo, e ancor più quando Toby scopre che quell'uomo è proprio suo padre). Da qui, la scomparsa di Toby, il ritorno di Bree a Los Angeles, l'operazione. Il piangere sulla spalla della sua psicoterapeuta il giorno dell'operazione, perché quello che ha perso è molto più doloroso di quello che ha acquistato e desiderato da una vita, l'essere donna. E un finale che non è propriamente il lieto fine, non è un epilogo "e tutti vissero felici e contenti", ma più che altro una possibilità, un nuovo inizio, una qualcosa che, anche se non detto esplicitamente, fa presupporre e lascia all'immaginazione. Si conclude così il viaggio On The Road di Bree e Toby, un viaggio sulla strada e dentro loro stessi. Bree, sempre così dolce, irreprensibile e comprensiva, intepretata magistralmente da Felicity Huffmann (già vista in "Desperate Housewife"), quanto Toby è disadattato, infelice e sfiduciato nella vita che gli ha concesso solo dolori (i maltrattamenti del patrigno, il suicidio della madre, la prostituzione). Vedremo il lento avvicinarsi dei due, il rapporto di amicizia che si crea, il reciproco senso di fiducia che avranno l'uno verso l'altro (Toby nel dire a Bree che la madre non è morta di un infarto, come le aveva precedentemente detto, ma di suicidio, e Bree nel confessare al figlio di essere il suo vero padre). Vedremo i drammi di questa strana coppia, il lavoro che faranno su loro stessi, la scoperta per Toby di un mondo particolare, ma senza pregiudizi da parte sua. Particolare, e da notare, la reazione di Toby, e quindi la rabbia, alla rivelazione che Bree è suo padre. Non una rabbia provocata da un pregiudizio. Anzi... Appena prima Toby aveva chiesto a Bree di sposarlo, nonostante sapesse già che era transessuale, nonostante la differenza di età. Qui non si tratta di pregiudizio... Era una rabbia repressa, di un'infanzia senza una figura paterna a cui potersi affidare, su cui modellarsi e da cui prendere spunto. Una rabbia repressa per una figura paterna invece violenta e deviata. Un film che, più che trattare esclusivamente di transessualismo, parla di un rapporto padre - figlio che si crea pian piano, nonostante l'assenza, nonostante i costumi e la società, nonostante i pregiudizi, nonostante tutti i problemi. Con il dialogo, con l'affetto, con la presa di coscienza di Bree di essere un padre, e di Toby di essere ancora un figlio. Un film che fa una rassegna completa dei problemi della società attuale, senza mai approfondirli, ma mai raccontati in maniera superficiale. Accettazione, droga, alcolismo, prostituzione... Questi solo alcuni dei temi trattati magistralmente dal regista, Duncan Tucker. Un film che non scade mai nel volgare, a mio avviso, in quanto, come detto, il perno centrale del film non è il transessualismo di Bree, ma il rapporto d'affetto che viene a crearsi fra Bree e Toby. Tutto il resto fa da contorno, fa da sceneggiatura, ma niente viene mai messo in primo piano quanto quel viaggio insieme che i due faranno alla riscoperta reciproca di loro stessi. Non posso far altro che consigliare questo film, a tratti divertente, a tratti drammatico, che non può che far aprire gli occhi su vari problemi che indubbiamente sono presenti al giorno d'oggi, ma che sono trattati in questo caso come "particolari" che girano attorno ad una storia principale, rendendoli in questo modo più interessanti. Più interessanti appunto perché vengono trattati quasi come fossero delle cose normali, delle cose che vanno ad aggiungersi e ad arricchire una bella storia, ma senza mai sostituirsi ad essa: la storia di Bree e Toby!