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Invictus

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Trama Invictus

Subito dopo essere stato eletto presidente, Nelson Mandela, deve trovare un modo per riunire la popolazione del suo paese letteralmente spaccata in due: i bianchi ed i neri. Nonostante l'apartheid sia stato ufficialmente sconfitto, si manifestavano ancora molte forme di razzismo. Mandela quindi, per riunire il paese, approfitta della Coppa del Mondo di Rugby del 1995. Infatti proprio quell'anno agli Springboks (il soprannome della nazionale sudafricana di rugby) è permesso di partecipare ad eventi internazionali, la quale fu bandita a partire dagli anni '80 proprio a causa dell'apartheid. Mandela voleva che il Sud Africa vincesse il mondiale, sperando che questo evento di grande importanza potesse in qualche modo riunire il paese. Purtroppo gli Springboks sono reduci da numerose sconfitte e risentono della squadra poco organizzata, tant'è che, secondo gli esperti, non avrebbero superato neppure i quarti di finale. Mandela però non si arrese e convocò il capitano della squadra Francois Pienaar e informarlo di cosa aveva bisogno l'intero Sud Africa.
Colore Colori
Distribuzione Warner Entertainment
Formato Dvd
Lingue Inglese,Italiano
Titolo originale Invictus
Vietato ai minori Per tutti
3d No
Numero Supporti 1
Anno di produzione 2009
Nazione USA
Formato video Wide Screen
Durata 128
Formato audio Dolby Digital 5.1

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INVICTUS - DVD

Ci sono vari modi per fraintendere Invictus, e di conseguenza giudicarlo male. Uno di questi è recarsi al cinema aspettandosi un biopic completo su Nelson Mandela. Un altro potrebbe essere quello di aspettarsi un film dichiaratamente "sportivo", con l'accento ben calcato sul lato più ludico e gladiatorio del rugby. Un altro modo ancora, forse il più probabile, sta nel credere che Eastwood non possa davvero sbagliare un film. Ma, anche senza fraintenderlo, Invictus non è proprio niente di speciale. E ad aggravare la situazione contribuisce pure il fatto che si tratta di un film su cui c'è poco da dire, in cui anche le sviste e le carenze non sono così significative da innescare riflessioni abbastanza stimolanti. Un altro segnale della estrema ordinarietà di Invictus è che in sostanza lo si può valutare più facilmente un fattore per volta, risultando quasi inutile (e forse inesistente) la visione d'insieme. Da un lato abbiamo la performance di un Morgan Freeman al limite della metamorfosi. Ma in parte lo sforzo dell'attore è vanificato da uno script che ci consegna un Mandela prevedibile, statico e incompleto come un mezzobusto commemorativo, un vecchio saggio che possiede una conoscenza psicologica dell'animo umano degna di Dale Carnegie e che la utilizza senza posa per perseguire i propri ideali, che pare il punto focale di tutti i "vecchi saggi" interpretati da Freeman nel corso della sua carriera, quasi che sia stata tutta una lunga scuola preparatoria per quest'ultimo ruolo. C'è poi Matt Damon, il super-palestrato capitano della squadra, che si trova nella posizione che più gli compete, quella del co-protagonista, in cui fa bene un altro ruolo che non concede straordinari, impegnato in una superficiale e molto idealizzata intesa col personaggio di Mandela. IO L'HO CONSIGLIATO HAI MIEI CLIENTI SU WWW.CASMENEVIDEO.COM

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INVICTUS - DVD

Ci sono vari modi per fraintendere Invictus, e di conseguenza giudicarlo male. Uno di questi è recarsi al cinema aspettandosi un biopic completo su Nelson Mandela. Un altro potrebbe essere quello di aspettarsi un film dichiaratamente "sportivo", con l'accento ben calcato sul lato più ludico e gladiatorio del rugby. Un altro modo ancora, forse il più probabile, sta nel credere che Eastwood non possa davvero sbagliare un film. Ma, anche senza fraintenderlo, Invictus non è proprio niente di speciale. E ad aggravare la situazione contribuisce pure il fatto che si tratta di un film su cui c'è poco da dire, in cui anche le sviste e le carenze non sono così significative da innescare riflessioni abbastanza stimolanti. Un altro segnale della estrema ordinarietà di Invictus è che in sostanza lo si può valutare più facilmente un fattore per volta, risultando quasi inutile (e forse inesistente) la visione d'insieme. Da un lato abbiamo la performance di un Morgan Freeman al limite della metamorfosi. Ma in parte lo sforzo dell'attore è vanificato da uno script che ci consegna un Mandela prevedibile, statico e incompleto come un mezzobusto commemorativo, un vecchio saggio che possiede una conoscenza psicologica dell'animo umano degna di Dale Carnegie e che la utilizza senza posa per perseguire i propri ideali, che pare il punto focale di tutti i "vecchi saggi" interpretati da Freeman nel corso della sua carriera, quasi che sia stata tutta una lunga scuola preparatoria per quest'ultimo ruolo. C'è poi Matt Damon, il super-palestrato capitano della squadra, che si trova nella posizione che più gli compete, quella del co-protagonista, in cui fa bene un altro ruolo che non concede straordinari, impegnato in una superficiale e molto idealizzata intesa col personaggio di Mandela. IO L'HO CONSIGLIATO HAI MIEI CLIENTI SU WWW.CASMENEVIDEO.COM

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INVICTUS - DVD

Prima o poi nella carriera da regista del buon clint doveva arrivare un film mal riuscito. Bene eccolo qui, Invictus. Film sbagliato sotto praticamente tutti i punti di vista. Non funziona ne come film storico ne come film sportivo.

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INVICTUS - DVD

elson Mandela è il presidente eletto del Sud Africa. Il suo intento primario è quello di avviare un processo di riconciliazione nazionale. Per far ciò si deve scontrare con forti resistenze sia dalla parte dei bianchi che da quella dei neri. Ma Madiba, come lo chiamano rispettosamente i suoi più stretti collaboratori, non intende demordere. C'è uno sport molto diffuso nel Paese: il rugby e c'è una squadra, gli Springboks, che catalizza l'attenzione di tutti, sia che si interessino di sport sia che non se ne occupino. Perché gli Springboks, squadra formata da tutti bianchi con un solo giocatore nero, sono uno dei simboli dell'apartheid. Mandela decide di puntare proprio su di loro in vista dei Mondiali di rugby che si stanno per giocare in Sudafrica nel 1995. Il suo punto di riferimento per riuscire nell'operazione di riunire la Nazione intorno alla squadra è il suo capitano François Pienaar. Negli Stati Uniti all'uscita del film c'è chi ha affermato che il nome del protagonista si scriveva Mandela ma si pronunciava Obama. Chi la pensa così evidentemente non conosce nulla di Clint Eastwood. Clint è un repubblicano nel DNA, ha fatto campagna per McCain e attende gli esiti dell'Amministrazione democratica con una fiducia guardinga. Eastwood però è un conservatore illuminato e con il suo cinema ormai da tempo persegue una ricerca nel profondo degli elementi che possono, senza che nessuno perda la propria identità di base, provare a conciliare gli opposti. Lo ha fatto (solo per stare nel breve periodo) con Million Dollar Baby , con Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima e, in modo ancor più esplicito e rivolto al grande pubblico, con Gran Torino . In Invictus trova in Mandela (e in un totalmente mimetico Morgan Freeman) una sorta di supporto storico alla sua ricerca. Ciò che racconta non è frutto della fantasia di uno sceneggiatore ma trae origine dai fatti narrati nel libro di John Carlin "Playing the Enemy: Nelson Mandela and the Game That Made a Nation". Eastwood ne trae un film assolutamente classico sia per quanto riguarda lo stile visivo sia per quanto attiene ai due generi consolidati (biografia e cinema e sport) a cui fa riferimento. Si sente in lui e in Freeman la profonda ammirazione per Mandela con la consapevolezza (lo si dice anche a un certo punto facendo riferimento a una gaffe di una sua guardia del corpo a proposito della famiglia) del rischio dell'agiografia. Che viene sfiorato ma poi in definitiva evitato nel momento in cui si mostra come il desiderio di superare il devastante clima dell'apartheid parta dal cuore ma sia filtrato da uno sguardo razionalmente strategico. Mandela non è spinto dal sentimentalismo. I versi di "Invictus" imparati in prigione hanno rafforzato la tempra di un uomo che sa come raggiungere l'obiettivo rischiando in proprio ma sostenendo il rischio con una strategia ben definita. Lui che non sa granché di rugby non solo si tiene a fianco una sorta di trainer ma impara a memoria volti e nomi dei giocatori. Ha la fortuna di trovare in Pienaar un uomo che non dimentica di essere diventato un segno di divisione ma che non teme di mutare atteggiamento. La rudezza sul campo non è disgiunta dall'intuito e il modo in cui Eastwood ci mostra una partita di cui gli annali hanno già fissato l'esito sottolinea questa empatia. Due uomini, due squadre (gli Springboks e il ristretto staff presidenziale) e due 'popoli' che compiono un primo, importante passo per iniziare a divenire una Nazione nel pieno e moderno senso del termine. Chi ha la parola 'buonismo' sempre a portata di tastiera la sprecherà anche questa volta ricordando magari come in Sudafrica i problemi non siano tuttora completamente risolti. Dimenticando, al contempo, che ci sono film buonisti e buoni film. Invictus appartiene ai secondi.

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INVICTUS - DVD

Eccellente pellicola, ben orchestrata ed a tratti davvero toccante. Il superbo Freeman interpreta magistralmente uno dei ruoli più delicati della carriera, con trasporto e dedizione alla realtà dei fatti storici.

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INVICTUS - DVD

Il film ripercorre la storia del mondiale di Rugby in Sud Africa nel 1995 con gli Springboks usciti vincitori grazie anche all'aiuto sociale e morale di Nelson Mandela e di una nazione che sente ancora i sussidi dell'Apartheid. Ottima regia del mito Clint Eastwood e ottima interpretazione dei premi oscar Matt Damon e Morgan Freeman.

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INVICTUS - DVD

Scrivi la tua recensione...un film in cui morgan freeman batte se stesso, un capolavoro di storia vera, adattata allo schermo con grande maestria. anche matt damon non è da meno. ottima fotografia. un film che non puoi non avere nella tua collezione

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un film indescrivibile.. grandi emozioni e come sempre un capolavoro di clint.. morgan freeman e come sempre all'altezza.. gran bel film

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