Trama Sostiene Pereira
A Lisbona nel 1938, finito, dopo trent'anni di cronaca, a dirigere la pagina letteraria del quotidiano Lisboa, il dottor Pereira, colpito da un articolo del giovane saggista Monteiro Rossi sulla morte, lo contatta per ingaggiarlo come praticante per il giornale. Conosce così anche Marta la sua ragazza, ostile al regime. Il primo scritto, su D'Annunzio, lo sconcerta per la violenza critica nei confronti del poeta, ed egli consiglia al giovane, che ottiene un anticipo in denaro, prudenza e moderazione. Incline a tenersi fuori da questioni politiche, Pereira va in cura alle terme dove incontra il direttore del giornale che lo rimprovera per un racconto di Daudet che termina con le parole: viva la Francia. Al ritorno trova che l'invadente portiera, moglie di un poliziotto e informatrice del regime, ha un centralino a sua disposizione. Frattanto Marta cerca ancora di indurlo a scrivere contro il regime, ma lui non vuole guai. Tornato alle terme, fa amicizia col dottor Cardoso, che lo introduce ai metodi psicoanalitici ed alla teoria della confederazione delle anime. Al ritorno a Lisbona incontra Marta che gli dice che Rossi con il cugino sta reclutando uomini antifranchisti al sud: al cinema, i due assistono ad un documento di propaganda. L'amico Padre Antonio, critico col franchismo e col Vaticano, gli parla di Mauriac, Claudel, Bernanos e Guernica. Successivamente Monteiro Rossi giunge a casa sua stravolto: il cugino è stato arrestato. Mentre Pereira rifocilla il giovane, arriva la polizia politica che tortura a morte Monteiro minacciando Pereira. Questi con uno stratagemma, fa pubblicare un articolo dettagliato sull'episodio dal giornale: ha scoperto che la sua vita non è finita perché lo attende un nuovo futuro.
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