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Basta Che Funzioni

Regia: Woody Allen

Medusa Video

9,99 € IVA inclusa

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Trama Basta Che Funzioni

Boris Yelnikoff, un tempo fisico di fama mondiale ed ora uomo anziano che ha già fallito un tentato suicidio (in seguito al quale la moglie lo ha lasciato), è in lotta con il mondo. Non c'è nulla che consideri positivo e anche le lezioni di scacchi che impartisce a giovani allievi divengono un'occasione di scontro. Finché, un giorno, non incappa in Melody, una giovane miss di provincia che è fuggita nella Grande Mela e dorme in strada. Il burbero Boris cede alle sue richieste e acconsente ad ospitarla per una notte che si trasformerà in mesi sino a divenire un matrimonio. Ma non tutto potrà proseguire pacificamente perché Marietta, la frustrata madre di Melody, riesce a rintracciare la figlia. E non è per nulla contenta di quelle nozze.
Colore Colori
Distribuzione Warner Entertainment
Formato Dvd
Lingue Inglese,Italiano
Titolo originale Whatever Works
Vietato ai minori Per tutti
3d No
Numero Supporti 1
Anno di produzione 2009
Nazione FRA,USA
Formato video Wide Screen
Durata 88
Formato audio Dolby Digital 5.1
Collana Easy Collection

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BASTA CHE FUNZIONI - DVD

Flim esilarante, pieno di significati e contenuti! Ancora una volta Woody Allen riesce a dare prova del suo estro attraverso una commedia divertente ed intelligente che critica e mette in risalto molti dei problemi del nostro tempo dovuti ad ipocrisie e paure dettate dalle regole non scritte della nostra società! Assolutamente indispensabile in qualunque dvdteca!

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BASTA CHE FUNZIONI - DVD

l'ultimo esilarante film di Woody Allen ed il titolo ne racchiude anche il messaggio: a dispetto del pessimismo esistenziale e della sfiducia nei rapporti sentimentali, quello che conta davvero è trovare un equilibrio; non importa se il prezzo da pagare è l'avversione alla morale comune: così una donna di chiesa diventa amante di due uomini contemporaneamente, un marito frustrato si scopre gay, una ragazzina di provincia si sposa con un anziano colto ed ipocondriaco Come in "Vicky Cristina Barcelona" i sentimenti sono imprevedibili e travolgono tutto e tutti, ma senza generare dramma. Woody Allen usa con sapienza l'interpellazione al pubblico in sala per introdurre e chiudere questo ennesimo gioiello di comicità, solo apparentemente frivolo.

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BASTA CHE FUNZIONI - DVD

Ad un anno di distanza da Vicky Cristina Barcelona, Woody Allen torna sugli schermi con la regia di Whatever Works (BASTA CHE FUNZIONI) ed è sempre un piacere per gli spettatori. Torna a New York, con una sceneggiatura vecchia di oltre 30 anni - così dichiara lui stesso - scritta per l'attore Zero Mostel (brillante interprete di The Front - IL PRESTANOME del '76), morto nel 1977. Occhio e croce, tuttavia, ritengo Larry David più adatto al ruolo di alter-ego di Woody Allen, di quanto sarebbe stato il pur bravo Zero Mostel. E ciò rivela ancora una volta l'abilità del regista nella scelta degli attori, giacché il film poggia, oltre che sul personaggio femminile di Melodie, quasi per intero sulla figura tragicomica di Boris Yellnikoff (perfetta sintesi di Woody Allen-Larry David campioni di umorismo yiddish), docente universitario a riposo riciclatosi come insegnante di scacchi che, con buona dose di cinismo mascherato d'ironia, giudica l'esistenza con lo stile del Woody Allen intellettuale di Manhattan (1979). Con la differenza che sono passati trent'anni e la vita dell'uomo nel pianeta appare al protagonista l'eterno scacco matto di "una specie fallita" ad opera di un Dio assente o al massimo "arredatore di interni". Rispetto ad allora, c'è in meno forse la curiosità di vivere, ci sono in più le tematiche care al Woody Allen degli ultimi anni: il ruolo potente del fato, della fortuna e del caso. In tale contesto, la sceneggiatura sembra meno ispirarsi ad una storia pensata da oltre trent'anni e più vicina al filone inaugurato con Mighty Aphrodite (LA DEA DELL'AMORE del '95), approfondito magistralmente dieci anni più tardi nei 124 minuti di Match Point, continuato, forse con minore efficacia, nelle tre successive pellicole: Scoop (2006), Vicky Cristina Barcelona (200 e questo Whatever Works, accomunate tra loro dalla durata minima per un lungometraggio e soprattutto dall'esilità della trama. C'è tuttavia una differenza in Whatever Works rispetto ai due precedenti lavori. Non solo, infatti, si torna a New York, cioè ad un habitat che il regista ben conosce, si torna anche alla freschezza di Mighty Aphrodite e al teatro greco. I temi del destino, della fortuna, dell'amore e del caso vengono trasposti in una cornice che nulla lascia all'improvvisazione. Chi, vedendo la Melodie (Evan Rachel Wood) di Basta che funzioni non pensa subito alla Linda Hash in arte Judy Orgasm (Mira Sorvino) di La dea dell'amore, nella versione italiana l'una e l'altra doppiate con straordinaria efficacia dalla voce di Ilaria Stagni? Prostituta l'una (Judy), ingenua fanciulla del sud degli Stati Uniti l'altra (Melodie), entrambe accomunate da una visione semplice e innocente (nonostante tutto) del vivere e destinate a raccogliere il premio finale (o quasi) della fortuna e dell'amore, secondo un concetto caro all'ultimo Woody Allen: "Non sappiamo perché siamo al mondo e persino la nascita è legata al caso. Tutto ciò che può rendere più accettabile l'esistenza della persona è benvenuto. Basta che funzioni". Nelle due pellicole, questa sorta di filosofia del carpe diem, segue uno schema quasi identico. Tutto si annuncia in un clima di tragedia greca per volgersi in commedia, quasi che un benevolo burattinaio, un occulto deus ex machina, a certe condizioni, s'incarichi di garantire alla "specie fallita" un minimo di felicità. E se nel film del '95 il finale sembra più l'antefatto di una commedia di Plauto, allorché i due protagonisti s'incontrano dopo tanto tempo - ignaro Larry che la figlia di Linda è sua figlia, ignara Linda che il bambino allevato da Larry è il figlio che aveva abbandonato - in Basta che funzioni il finale è costellato di festose maschere plautine con Boris nel ruolo (così come fa per tutto il film) di colui che di tanto in tanto si separa dagli attori per intrattenersi col pubblico, con battute che a rifletterle appaiono scontate (come quella che Marx e Gesù hanno ragione in via di principio, ma anche il torto di trascurare che l'uomo, una sorta di vermetto nel migliore dei casi, non è buono...), ma che ad udirle, per l'efficacia e la semplicità con cui sono dette, arrivano allo spettatore come altrettante pillole di saggezza. Ed è proprio la seconda parte del nuovo film di Woody Allen, tutta intesa a preparare il finale, a zoppicare. Non solo per un calo di ritmo e di stile, ma anche e soprattutto per aver il regista attinto a piene mani dal bagaglio dell'ovvio e della post-modernità, quasi un tributo da pagare alla facile psicologia dei cosiddetti vermetti: il padre e la madre di Melodie che le diverse circostanze mutano da bigotti di provincia in spregiudicati e appagati fruitori della propria libertà, consentendo a Marietta (Patricia Clarckson) di mettere a nudo, per così dire, il proprio talento fotografico assaporando insieme le delizie di un ménage à trois, e al marito di scoprirsi felicemente gay. Melodie e Boris, dal canto loro, per gli intrighi di Marietta e il disegno improbabile della Fortuna e del Caso, tornano ad una normalità che li rende improvvisamente meno interessanti, ma con la possibilità, se tutto funziona, di percorrere un maggiore tratto di felicità. Film, comunque, da non perdere perché opera di uno, forse, degli ultimi grandi maestri del Cinema.

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