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Caccia Spietata

Eagle Pictures

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Trama Caccia Spietata

Ruby Mountains, 1868. La Guerra Civile americana è terminata ma non per tutti. C'è ancora qualcuno che cerca vendetta. Si tratta dell'ex militare sudista Carver che, con un piccolo gruppo di uomini, dà la caccia al nordista Gideon. Il motivo lo possiamo intuire ben presto ma ne saremo certi solo nell'ultima parte della vicenda. Gideon fugge nei boschi innevati, viene ferito ed è costretto a togliersi la pallottola da un braccio. Ma la sua fuga continua coinvolgendo anche altre persone mentre il gruppo di Carver, grazie all'abilità dell'inseguito, si assottiglia progressivamente.
Colore Colori
Distribuzione Eagle Pictures
Formato Dvd
Lingue Inglese,Italiano
Titolo originale Seraphim Falls
Vietato ai minori Vietato ai minori di anni 14
3d No
Numero Supporti 1
Anno di produzione 2006
Nazione USA
Formato video Wide Screen
Durata 107
Formato audio Dolby Digital 5.1

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Valutazione 

CACCIA SPIETATA - DVD

Nel 1868 la Guerra di Secessione finisce e lascia il posto ad una pace che risuona di una eco di risentimenti mai sopiti e superati. Così,un popolo in formazione,temprato nel crogiuolo di una prova che ha offerto sangue e divisione,non è ancora pronto per nascere in un'unità ideologicamente stabile. Sebbene a livello politico sia stato possibile concretizzare una serie di equilibri geograficamente postulati,la Nazione resta socialmente fratturata in realtà radicalmente antitetiche. Ruby Mountains,Stato del Nevada,1868. Carver,(Liam Neeson),è un ex militare sudista che,alla testa di una milizia di Confederati secondo clichè,bracca senza respiro il soldato dell'Unione Gideon. Il motivo non viene spiegato nella prima parte del film e la narrazione trova fuoco sui lineamenti dei due protagonisti,rispettivamente come cacciatore e preda,immersi in una natura incontaminata,che fa da sfondo liberatorio a tutta la vicenda che segue. Non ci sono buoni e cattivi,ma solo ostinazione e caparbietà e lo scontro non è tra le polarità opposte del bene e del male,ma tra due volontà interfacciate da una realtà storica che accomuna i due personaggi nei rispettivi ideali e li inserisce in un unico drammatico contesto. Si dipana da qui un tema che Von Ancken decide di sviluppare in una pellicola Western dai connotati raccolti dall'eredità del periodo crepuscolare di questo genere di cinema,oggi in penombra. In bellissimi scenari di arioso respiro,che riportano all'incompreso "Terra di confine",o all'epico "I cavalieri dalle lunghe ombre"o a "Silverado",il regista ambienta una vicenda di rancore,caccia e vendetta,senza insistere sulle ragioni o i tratti morali dei protagonisti,ma limitandosi a scolpire una cronaca attenta più agli aspetti umanamente emotivi,che alle ragioni politiche o sociali che motivano i fatti. Nessuno dei due protagonisti è dannato o eroe,proprio come nella nell'equilibrio narrativo del celebrato "Duello nel Pacifico",di John Boorman,del 1968,dove Lee Marvin e Toshiro Mifune prolungavano una guerra ormai estinta,facendola appartenere tutta a loro due,retaggio di uno scontro idealistico che procedeva per inerzia e dal quale entrambi erano completamente inviluppati. "Caccia spietata" è diretto con gli ingredienti di classici quali "Lo sperone nudo",di Anthony Mann,"Nessuna pietà per Ulzana",di Robert Aldrich,o il più recente "Il texano dagli occhi di ghiaccio",a sua volta recheggiante delle eco di "Sentieri selvaggi",di John Ford,ove la caccia all'uomo riassume il significato dell'intera narrazione. In "Caccia spietata",le immense distese innevate non fanno rimpiangere lo splendido "Corvo Rosso non avrai il mio scalpo"(1972),icona western di Pollack e l'occhio si appaga di una spettacolare fotografia di John Toll ("Gone Baby Gone","L'ultimo samurai","Tropic Thunder","The Burning Plain",Oscar per "Vento di passioni" e "Braveheart"). I lunghi silenzi sono più riconducibili a "Uomo Bianco,va' col tuo Dio"di Sarafian,(1971),probabilmente uno dei western con meno dialoghi in assoluto,che alle pause di Sergio Leone. Prodotto dalla Icon,il film evidenzia qua e là il marchio di fabbrica del proprietario della casa di distribuzione,Mel Gibson,ricordando in più occasioni la sua tagliente tecnica di regia,nella quale l'immagine scorre saturata nel dolore e il messaggio è trasmesso passando attraverso la sofferenza,come quando vediamo Brosnan squartare il torace di un cadavere appena reso tale,per inserirvi le mani,a rischio di congelamento. La scena non è nuova,perchè è presa da "Ombre bianche",di Nicholas Ray,(1960),con Anthony Quinn ed il giovane Peter O' Tool,ma conserva una certa efficacia. Brosnan lascia appeso nell'armadio l'abito di Armani,si appesantisce sui fianchi quel tanto che basta per non interessare più a James Bond e ci convince ancora che è capace istrione. Neeson,anch'egli Irlandese,che sia Rob Roy,o un nemico di Batman,viva a New York all'inizio del secolo scorso o sia Padre Liam,piace anche quando non sorride mai. David Von Ancken,regista e cosceneggiatore del film,ha alle spalle una fitta esperienza in campo televisivo,con a suo attivo serie come "Oz","The Shields","Numb3rs","Cold Case" e confeziona,come sua prima esperienza sul grande schermo, un prodotto di smalto,a suo maggior merito,affrontando la difficoltà di una sfida che gli chiede di proporre e far apprezzare una pellicola di un genere oggi poco metabolizzato. Dario Carta

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