Colore | Colori |
Distribuzione | Universal Pictures |
Formato | Dvd |
Lingue | Inglese,Italiano,Spagnolo |
Titolo originale | State Of Play |
Vietato ai minori | Per tutti |
3d | No |
Numero Supporti | 1 |
Anno di produzione | 2009 |
Nazione | FRA,GBR,USA |
Formato video | Wide Screen |
Durata | 122 |
Formato audio | Dolby Digital 5.1 |
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STATE OF PLAY - DVD
grandissimo russel crow in veste da giornalista..egli, pur di compiere diligentemente il suo lavoro, dando notizie vere, va contro il proprio amico di sempre..anche se qualche volta in passato proprio da amico non si è comportato........ grande colpo di scena finale...con un ben afflek sotto tono!
STATE OF PLAY - DVD
davvero un ottimo film,come al solito Russell è un attore molto versatile,si piega incredibilmente in ogni ruolo ed è davvero forte nel ruolo di questo grasso e determinato giornalista. State Of Play è una storia che stupisce,continui colpi di scena,scoperte sempre nuove e sconvolgenti di certo non è un film che possa annoiare,è particolarmente imprevedibile a differenza di altri film del genere. In questo film troverete "un ben pasciuto,lento a scrivere e costoso" giornalista Cal che a partire da due omicidi apparentemente scollegati si troverà coinvolto in una situazione ben più grande e pericolosa, uno dei due cadaveri si scoprirà collegato al suicidio/omicidio della giovane assistente dell'amico e candidato alla presidenza Stephen Collins accusato egli stesso del delitto. Cal,intenzionato a scagionare Stephen darà inizio ad una pericolosa indagine che porterà a scoperte inprevedibili,aiutato nel suo lavoro dalla giovane blogger Della Frye,affamata di notizie,che conoscerà una progressiva evoluzione nel corso del film. Cal rischierà la vita per scoprire infine una verità che sconvolgerà il suo animo. ottimo film,lo consiglio
STATE OF PLAY - DVD
Cal McAffrey è un veterano della carta stampata, il suo è un giornalismo che va di persona alla fonte, che investiga, si pone domande, nel nome della verità e di una buona storia. Stephen Collins è stato suo compagno di studi e di stanza e ora è un giovane ed ambizioso deputato a capo di un comitato che controlla le spese per la difesa nazionale, in odore di abnormi illeciti. Quando la bella assistente nonché amante di Collins muore in un dubbio incidente, le strade dei due amici tornano ad incrociarsi tra loro e con quelle della giovane Della Frye, reginetta della blogosfera, e di Anne Collins, moglie di Stephen, alla quale Cal è tutt’altro che estraneo. Riduzione e reinvenzione dell'omonima miniserie inglese di sei ore, State of Play sposta l'azione nel cuore simbolico del potere, Washington D.C., e racconta un'appassionante partita a guardie e ladri tra politica e giornalismo, dove ognuno dei contendenti conosce ed usa gli strumenti dell’altro e fa leva sulle sue debolezze. Arbitra Kevin McDonald, che viene dal documentario (e che documentario, Un giorno a settembre) e sa trovare la verità nell'invenzione. Il mondo del giornalismo è ritratto con l'occhio dell'insider: tra la macchina da presa e il mestiere messo in scena non c'è altro filtro che una parete di vetro, trasparente; il mondo della politica, al contrario, è il regno della mediazione: schermi televisivi, obiettivi fotografici, microfoni cui affidare frasi scelte e ponderate. L'umanità della storia s'infila nel mezzo, là dove il politico bussa alla porta del reporter e viceversa. Tutto, qui, ha almeno una doppia prospettiva e più spesso un ventaglio di prospettive: un ventaglio di penne, una per ogni versione possibile dell'articolo da scrivere. Il film stesso raddoppia, rilanciandosi nel finale, e innestando magistralmente, sul tempo "reale" del giornale che deve andare in stampa, il tempo finzionale del genere: le intuizioni dell'ultimo minuto, l'arrivo provvidenziale della polizia. Il risultato è un presente caricato di urgenza, una situazione in costante divenire, uno "state of play" bisognoso di costante aggiornamento, per il quale, forse, il vecchio giornalismo sporco d’inchiostro non è più adatto.
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