Colore | Colori |
Distribuzione | Terminal Video |
Formato | Dvd |
Lingue | Finlandese,Inglese,Italiano,Spagnolo |
Titolo originale | Fatal Attraction |
Vietato ai minori | Vietato ai minori di anni 14 |
3d | No |
Numero Supporti | 1 |
Anno di produzione | 1987 |
Nazione | USA |
Formato video | Full Screen |
Durata | 114 |
Formato audio | Dolby Dig. Surround |
Collana | Widescreen Collection |
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ATTRAZIONE FATALE - DVD
è un FILMONISSIMO! A chi tradisce la donna può non piacere e/o spaventare ma è senza dubbio un film che ti tiene col fiato sospeso fino alla fine. Da gustare il finale alternativo molto più toccante. 1000 volte meglio di Basic Instinct
ATTRAZIONE FATALE - DVD
<b>è un film che ti prende</b>
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sente il peso degli anni....
ATTRAZIONE FATALE - DVD
Alla sua uscita negli USA, questo film terrorizò gran parte dei uomini sposati, al punto che in un sondaggio sul tradimento coniugale si notò un forte calo di tradimenti rispetto ad un precedente sondaggio.
ATTRAZIONE FATALE - DVD
“Colpo d’occhio”. Ultima fatica di Sergio Rubini che abbandona le consuete location polverose del sud Italia per immortalare una Metropoli aleatoria e corrotta, palcoscenico di una vicenda dai toni spiccatamente shakespeariani. Un giovane scultore, Adrian Scala (Riccardo Scamarcio) tanto talentuoso quanto inesperto, si innamora di una studiosa d’arte, Gloria (Vittoria Puccini), già legata sentimentalmente al critico Pietro Lulli (Sergio Rubini). Lulli, abbandonato dalla sua giovane musa, innesca un contorto meccanismo di vendetta nei confronti del giovane artista, supportandone inizialmente la carriera ma, nel contempo, distruggendogliela dalle fondamenta. Adrian, catapultato nell’olimpo del successo perde di vista l’essenza stessa della sua arte, perde quel rapporto materico e intimistico che un’artista deve sempre mantenere con la sua opera. Tanto più l’oggetto subisce una sovraesposizione spersonalizzante, tanto piu il suo creatore finisce per non poterne piu disporre arbitriariamente. Il rapporto tra il critico pigmalione e l’artista è saggiamente analizzato come un rapporto di morbosa dipendenza biunivoca, l’uno non può vivere senza l’altro, l’opera d’arte non esiste in un determinato contesto senza il benestare del potere mediatico ed è su questo che gioca Lulli- Rubini, deus ex machina dell’intera vicenda. I colpi di scena sono prevedibili e la recitazione dei giovani attori pecca di una spiccata teatralità autoreferenziale ma il film merita comunque di essere visto, se non altro per il sapiente utilizzo della macchina da presa e per l’apprezzabile tentativo di esplorare tematiche nuove, troppo spesso lasciate sopire sotto il dilagante monoteismo della commedia di genere all’italiana.
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